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Il Centro Aiuto alla Vita di Firenze è il primo CAV nato in Italia. Intitolato successivamente alla memoria di Maria Cristina Ogier, dal 1975 offre aiuto concreto a donne in gravidanza che si trovano in difficoltà economiche e psico-sociali, per rendere effettiva la libertà di non abortire.

QUANDO E' NATO IL CENTRO? E PERCHE'?

Il Centro Aiuto alla Vita nacque nel 1975. Per poter comprendere meglio le motivazioni che spinsero la sua fondazione, dobbiamo fare un passo indietro. Dal 71-72 a Firenze venne alla luce una realtà di aborti clandestini, in una villa sede del Partito Radicale, trasformata in clinica dal medico Giorgio Conciani, donne venivano da tutta Italia per abortire. La recente scoperta ferì profondamente la città, suscitando grande emozione per le modalità e la disumanità di quella che fu ribattezzata la “Clinica degli Angeli”.
Su questo caso furono eseguite delle indagini da alcuni professionisti, fra questi troviamo persone che trasformeranno il loro contributo in un impegno per la vita, primi tra tutti il Prof. Enrico Ogier, primario di ginecologia, Presidente del primo CAV e l'On. Carlo Casini, al tempo Sostituto Procuratore, oggi Presidente Onorario del Movimento per la Vita Italiano.
I professionisti coinvolti si trovarono costretti a riflettere su quanto avevano visto e conosciuto, e sentirono il bisogno di rispondere in modo costruttivo ad una problematica di tale entità. Non un'inutile ottica di condanna verso le donne che abortivano, ma con un propositivo impegno riparatore. Non contro l'aborto ma a favore della vita, si doveva offrire un'alternativa a chi lo desiderasse.
L'origine di quello che divenne il Cav di Firenze, modello di tutti i successivi Cav d'Italia, si trova in uno scambio di battute tra il Prof. Ogier e Luigi Lombardi Vallauri, (autore di "Abortismo, libertario e sadismo"), avvenuto nel marzo 1975 nel convento benedettino di Santa Marta a Montughi. Presenti il Card. Arcivescovo Mons. Florit, il Vescovo di Prato Mons. Fiordelli (allora Presidente della Commissione per la Famiglia della Conferenza Episcopale italiana), Lombardi aveva concluso un suo intervento sostenendo che occorreva creare premesse concrete perché ogni vita iniziata potesse essere accolta. Venne proposta la creazione di una struttura che accogliesse le donne di fronte al dramma di una decisione per una maternità difficile. Poche settimane dopo, grazie a un ridotto numero di aderenti, vennero gettate le basi del centro grazie all'ospitalità di Mons. Setti nel chiostro della basilica di San Lorenzo, dove si trova ancora oggi. Tra i fondatori vi erano persone di credo, estrazione economica e sociale diversa, atei di sinistra, ebrei, in primis il Rabbino di Firenze, docenti agnostici e cittadini comuni, tutti accumunati dalla condivisione di un principio inviolabile: la sacralità della vita.

GLI INIZI

I primi passi del Centro non furono certo facili, l'inizio delle attività avveniva in un periodo molto teso e di grandi cambiamenti sociali, iniziando dalla legge sul divorzio, la riforma del diritto di famiglia, la proposta di depenalizzazione della pratica abortiva.
Uno dei primi problemi da affrontare concretamente per i fondatori fu quello di entrare in contatto con chi poteva avere bisogno, far conoscere la neo struttura. Questo non poteva avvenire restando in ufficio ma presentandosi negli ambienti dove sarebbe stato possibile trovar aiuto e collaborazione, mettendosi anche a rischio.
Dopo nove anni dal primo CAV,se ne potevano contare già 140, e si tenne allora il primo Convegno Nazionale, per scambiarsi esperienze e consigli nell'impegno comune.
Il Centro Aiuto alla Vita, fortemente impegnato nell'aiuto concreto alle gestanti, stava creando basi sempre più solide per l'operato, tessendo rete di aiuti e collaborazioni fondamentali per il proprio obiettivo, tale lavoro però non poteva lasciare spazio per impegni a livello culturale. Era necessario creare, in parallelo all'impegno concreto, una cultura di sensibilizzazione alla tutela e alla difesa della vita. Nacque così nel 1976 il Movimento per la Vita. I compiti restano distinti seppur paralleli, il CAV si dedica al rapporto diretto con le mamme e le famiglie, all'aiuto concreto e diretto; nelle sedi del MpV si pensa all'azione di stimolo e di affermazione dei nostri principi nella società.
Oggi il MpV è una Federazione che unisce gli oltre seicento movimenti locali, Centri e Servizi di Aiuto alla Vita e Case di accoglienza attualmente esistenti in Italia. Si propone di promuovere e di difendere il diritto alla vita e la dignità di ogni uomo, dal concepimento alla morte naturale, favorendo una cultura dell'accoglienza nei confronti dei più deboli ed indifesi e, prima di tutti, il bambino concepito e non ancora nato.

IL CENTRO OGGI

Da allora molta strada è stata percorsa, il CAV Fiorentino si trova ancora nei locali originari, contesto che lo contraddistingue nell'immaginario di chi ne ha usufruito. I bambini che gli operatori hanno visto nascere sono complessivamente 5131 (dato al 2011), un numero davvero enorme, che riempie tutti noi di profondo orgoglio.
Nel tempo l'affluenza annuale di donne che chiedono aiuto al centro sono aumentate, fermandosi in media intorno alle 400 unità; l'associazione è divenuta un punto di riferimento in tema di maternità difficile e con il tempo, anche di aiuto concreto a famiglie in difficoltà con figli molto piccoli.
Anche le caratteristiche delle utenti si sono modificate con i cambiamenti sociali, accogliendo i nuovi disagi e le nuove povertà, legate in primis alle immigrazioni e alla recente crisi economica. Tali trasformazioni richiedono un costante aggiornamento per poter essere in grado di offrire alle donne risposte e soluzioni mirate e competenti.

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